IL PASSATO... PRESENTE! Oss Mazzurana ed il governo austriaco progettavano con ambizione e guardavano lontano. Avevano compreso come le Dolomiti fossero le più belle montagne del mondo e che ancora non erano adeguatamente conosciute. Le vedevano come una occasione incredibile per sviluppare in Trentino l’industria del turismo di eccellenza, per portare in Fiemme il turismo internazionale: a loro avviso la ferrovia rappresentava l’investimento più idoneo per lanciare questa nuova industria e offrire, anche nelle valli, nuove opportunità di lavoro e una vita meno severa. Trento doveva essere collegata con St. Moritz, passando attraverso la valle di Non e il passo del Tonale ad occidente. Ad oriente della città si saliva in valle di Cembra, per proseguire in Fiemme fino a Predazzo, Moena, Passo San Pellegrino e scendere nell’altra capitale delle Dolomiti, Belluno. Il grande sogno collegava la città di Trento, sempre in ferrovia, con Riva e con la linea del Brennero Verona-Innsbruck. Il tratto Trento-Moena-Belluno, in omaggio alle montagne attraversate, veniva chiamato già allora “la ferrovia del Paradiso”, la transdolomitica meridionale. Filippo Traiani nel 1911 sulla rivista del Touring Club Italiano, affascinato da questa progettazione, arrivava a parlare di “industria della bellezza” e sosteneva una progettualità ferroviaria ancora più ampia: il collegamento di Moena con Cortina e Dobbiaco, con Calalzo e il Comelico, con la Val Gardena. Era gente, quella, che non solo ideava e progettava, ma realizzava. Alcune di quelle ferrovie sono diventate realtà, altre, come la Trento-Moena, sono state bloccate dalla concorrenza di Bolzano, e la Grande Guerra ha accelerato e imposto per ragioni militari la seconda soluzione, la Ora- Predazzo, realizzata tra il 1915 e il 1916, grazie al sacrificio e al lavoro di oltre 6000 uomini e 3800 prigionieri russi. QUALCUNO DORME, QUALCUNO E' BEN... PRESENTE! Ferrovie.it – Firmato il protocollo per la ferrovia delle Dolomiti Firmato il protocollo per la ferrovia delle Dolomitidi Alessandro De NardiCORTINA D’AMPEZZO (Belluno) – Sabato 13 febbraio 2016 nel Municipio ampezzano il Presidente della Giunta Regionale del Veneto Luca Zaia e il Presidente della Giunta Provinciale di Bolzano – Alto Adige Arno Kompatscher, alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, hanno sottoscritto il Protocollo d’intesa per lo sviluppo di un collegamento ferroviario Venezia – Val Pusteria. Con questo atto si dà avvio alla collaborazione tra gli enti firmatari e le loro società direttamente controllate (Sistemi Territoriali S.p.A. e Strutture Trasporto Alto Adige S.p.A.) per sviluppare, entro tre anni, lo studio di fattibilità per la realizzazione di una nuova linea ferroviaria a scartamento ordinario, a trazione elettrica, con velocità di tracciato minima di circa 80 km/h e massima di circa 100 km/h,raggio di curvatura minimo di 300-400 metri, pendenza massima del 35 per mille destinata al traffico passeggeri fra il Cadore e la Pusteria. Saranno così definite la domanda di trasporto dell’area dolomitica in esame e le linee guida progettuali che focalizzerano l’opera dal punto di vista delle valli che verrebbero percorse dal treno, del modello di esercizio e dell’impegno economico. Da www.ferrovie.it Firmato il protocollo per la ferrovia delle Dolomiti Il manifesto bilingue del nuovo collegamento ferroviario allo studio per la direttice Venezia – Calalzo – Cortina – Val Pusteria. Le tre linee disegnate tra la Perla delle Dolomiti e la ferrovia Fortezza/Franzenfeste – San Candido/Innichen – Lienz (A) alludono ad altri tre diversi tracciati oggetto di possibili valutazioni: con diramazione a San Lorenzo/St.Lorenzen presso Brunico/Bruneck, oppure Dobbiaco/Toblach, o Lienz. Il costo dell’opera è attualmente valutato attorno a 1.000 – 1.200 milioni di Euro, finanziabili fino al 40% attraverso fondi comunitari. 500 milioni per il tratto da Dobbiaco a Cortina d’Ampezzo. Altri 500 – 700 milioni circa per il tratto da Cortina a Calalzo, attuale capolinea della ferrovia bellunese, variabili anche in funzione del tracciato: più breve e meno costoso quello lungo la Valle del Boite che ricalcherebbe solo idealmente il tracciato della vecchia Ferrovia delle Dolomiti chiusa nel 1964; un po’ più lungo quello invece che si svolgerebbe lungo la Valle dell’Ansiei e che potrebbe risultare funzionale ad altre località d’interesse bellunesi come Auronzo di Cadore e, marginalmente, al Comèlico. Nella breve conferenza, il Presidente Kompatscher ha dichiarato che il ripristino di un collegamento ferroviario dalla Val Pusteria a Cortina e quindi a Calalzo è un progetto che guarda davvero al futuro ed è una grande oppurtunità di sviluppo sostenibile nel territorio delle Dolomiti patrimonio UNESCO. Il Presidente Zaia, dopo aver ricordato in sintesi il perduto “trenino blu” Calalzo – Cortina – Dobbiaco, ha sottolineato come quello del “Treno delle Dolomiti” sia un’idea di ampio respiro e soprattutto realizzabile. Il Ministro Delrio ha chiosato che non c’è alcuna nostalgia nel proporre progetti di questo tipo, ma si è moderni e avanzati. Rete Ferroviaria Italiana è pronta ad assistere nella progettazione. Intervenuto a un altro dibattito a Belluno poche ore dopo, Delrio ha brevemente ricordato la “terapia” della “cura del ferro” che prevede investimenti per il miglioramento delle linee ferroviarie regionali, anche con l’elettrificazione di quelle esercitate a trazione termica. E da qualche mese a questa parte di elettrificazione delle linee ferroviarie alto trevigiane e bellunesi già esistenti (Castelfranco – Montebelluna, Montebelluna - Calalzo, Conegliano – Ponte nelle Alpi) si sta parlando con insitenza sempre maggiore.
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